La storia

Il 14 settembre 1975 Pier Paolo Pasolini giocò la sua ultima partita di calcio. Lo fece a San Benedetto del Tronto, dove il suo amico Ninetto Davoli stava soggiornando dopo aver girato il film Il vizio ha le calze nere, diretto da Tano Cimarosa.

Una storia che si dipana tra b-movie, sosia di Yul Brynner, lungomare cementificati, nuclei armati delle Brigate Rosse ed un onnipresente senso di sconfitta che aleggia sul principale protagonista di quella partita, sulla città che lo ospita e sulla nazione intera.

L’ultima partita di Pasolini prende spunto dalla partita e dalla passione per il calcio dell’intellettuale friulano per arrivare a toccare i profondi cambiamenti della provincia e della società italiane a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, che si rispecchiano nelle profezie pasoliniane sulla trasformazione socio-antropologica della nazione avvenuta dal boom economico in poi. 

È stato il fortuito ritrovamento di un trafiletto che Il Messaggero pubblicò nelle pagine di cronaca locale l’11 settembre 1975, proprio per dare la notizia dell’imminente partita, che ha dato il via ad una meticolosa ricerca.

Francesco Anzivino è riuscito infatti a ricostruire gli ultimi spostamenti di Pasolini, dimostrando che, ad oggi, la partita giocata a San Benedetto del Tronto con la Nazionale Artisti è stata l’ultima prima della sua morte. Non ci sono prove video o fotografiche, al momento, della partecipazione di Pasolini ad incontri avvenuti successivamente al 14 settembre. 

La ricerca ha anche riportato alla luce il filmato super 8 originale di quella partita: uno dei pochi a colori in cui è possibile vedere Pasolini.

L’autore ha ripreso alcune fasi del riscaldamento prima dell’inizio dell’incontro, l’ingresso in campo delle squadre e alcuni momenti di gioco, con il pubblico seduto in tribuna.